BIELLA – Il suo nome è Caesar AI – Robot Rescue. La sua è una vita ancora tutta da dispiegarsi, ma il primo appuntamento che lo vedrà uscire dalla comoda culla – il laboratorio dell’Ipsia, all’istituto di istruzione superiore “Gae Aulenti” di Biella – potrebbe sancirne un’esistenza lunga e fortunata. Sì, perché Caesar Ai è il nuovo progetto innovativo ideato dal team di docenti e allievi nostrani, ormai da tempo impostosi in eventi di caratura anche internazionale.
Il “robottino” targato Ipsia è, infatti, uno dei due piemontesi ammessi alla finale delle Olimpiadi di Robotica, organizzate dal Ministero per l’anno scolastico 2016-2017 e che il prossimo 23 Maggio coinvolgeranno 24 scuole provenienti da tutta Italia. Ritrovo: il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano. Cavallo di battaglia: proprio lui, Caesar AI, un automa costruito per salvare vite e agire in situazioni difficili e di calamità naturali.
La delegazione dell’ Ipsia, gli studenti con i professori Alessia Baldin, Giuseppe Aleci, Roberto Donini e Alberto Verdoia, è pronta a presentare al pubblico e ai giurati del comitato tecnico-scientifico di valutazione, come agli esperti del settore, la sua creazione di alta tecnologia.
A scuola, si festeggia per l’accesso ottenuto alla finalissima, che sarà certo una sfida dura e decisamente competitiva.
I biellesi, però, si presenteranno con un automa di tutto rispetto e di utilità difficile da battere: Caesar AI è nato infatti dall’attualità, ossia dalle operazioni di salvataggio nelle località italiane colpite, negli ultimi mesi, dal terremoto. «Ci siamo soffermati sui robot usati ultimamente, creati da Università o aziende: sono molti ma tutti telecomandati – spiega il professor Giuseppe Aleci – Vogliamo, quindi, proporre un robot in grado di muoversi autonomamente e, nello stesso tempo, volendo anche su controllo esterno».
E per autonomia non si intende soltanto muoversi, ma vedere, parlare, capire le emozioni di chi gli sta davanti: «Puntiamo sull’intelligenza artificiale. Su un “cervello” che abbiamo già testato: Caesar AI vede e riconosce, è anche in grado di interagire con l’utente. Infine, il robottino riconosce le emozioni, oltre al cognitive service utilizza anche emotional service, vale a dire può comprendere, guardando il volto di una persona, cosa questa prova, se rabbia, preoccupazione, tristezza».
Attenzione al corpicino, ma soprattutto all’aspetto “cervello”. Il team biellese ha lavorato duramente, soprattutto alla programmazione, per renderlo autonomo e pensante, incentrata sul Microsoft Cognitive Service e sul Machine Learning. Caesar Ai resta collegato a internet e, qualora la connessione alla rete venisse a mancare, può diventare telecomandato. E poi vede, capisce, parla: è con lui che il “Gae Aulenti” prova a scrivere una nuova pagina della sperimentazione robotica.
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